Un mio adorato docente soleva definirci “Psico-cosi” o, in termini ancor più affettivi quasi paterni, “Psico-cuccioli”; nello slang metropolitano o in quello squisitamente cinematografico siamo invece rappresentati da termini come “strizza-cervelli”, “dottore dei matti”...
Da qui, si evince una nota e diffusa difficoltà nel definire, come fossimo figure mitologiche, le professioni che ruotano attorno alla salute mentale.

Proviamo a fare una differenziazione in questo marasma.

Partiamo dalla figura dello Psicologo:
Colui il quale frequenta l'Università laureandosi in Psicologia o Scienze e Tecniche Psicologiche (quinquennale o, oggi, triennale + magistrale) e, dopo un anno di tirocinio, accede all'esame di stato, si abilita alla professione e si iscrive all'Ordine professionale di appartenenza.
Soltanto in seguito a questi step, uno psicologo è definibile in quanto tale e può intraprendere concretamente la propria vocazione. Nello specifico, lo psicologo utilizza “strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, diagnosi, attività di abilitazione, riabilitazione e sostegno rivolte a persone, gruppi, organismi sociali e comunità. Inoltre, comprende attività di sperimentazione, ricerca e formazione in tale ambito.”

Seconda figura mitologica, lo Psicoterapeuta:
Colui il quale, non contento dei 5 anni di studi universitari in psicologia o in medicina (con annessa abilitazione e iscrizione all'Ordine), vuole incarnare il vero e proprio stereotipo internazionale (divanetto e lettino!), proseguendo i propri studi con ulteriori 4 anni di scuola di specializzazione in Psicoterapia, scuola obbligatoriamente riconosciuta dal MIUR.
Con questo titolo è possibile prendere in carico una persona che mostra sofferenza di natura psicologica, emotiva o relazionale o con una sintomatologia conclamata (es. ansia, fobie, depressione, disturbi alimentari...) accompagnandola in un percorso di cura, con il fine di raggiungere o ripristinare uno stato di benessere mentale.

Terza e ultima figura mitologica, lo Psichiatra:
Colui il quale intraprende gli studi in Medicina e Chirurgia e, una volta laureato e abilitato, decide di specializzarsi in Psichiatria. Conclusa buona parte della propria giovinezza e ufficialmente psichiatra, offre un quadro organicistico della salute e, nel concreto, propone percorsi di cura a persone che manifestano disagi mentali attraverso terapie farmacologiche e/o psicoterapeutiche.

È importante precisare che le professioni citate non sono le uniche che si occupano di salute mentale e non me ne vogliano tutti coloro rimasti esclusi; sia chiaro che la loro assenza da questo testo non è assolutamente connessa a minore valore in termini di utilità ed efficacia.


Dott.ssa Nicoletta Chiaracane
Psicoterapeuta&Sessuologa

Penso che ormai abbiate visto tutti le immagini che scorrevano nei vari social, riguardanti la distribuzione della temperatura corporea durante il sonno e la veglia... affascinanti vero? Io le ho trovate stupende! E penso che ormai abbiate presente piú o meno tutti come appaiono dato il periodo e il massivo utilizzo di thermoscanner...

Ebbene un noto osteopata italiano e il suo team hanno deciso, l´ anno scorso, di avviare questo progetto di ricerca, sfruttando la metodica delle immagini termiche a infrarossi, per mettere in risalto il ruolo dell´ osteopatia nella regolazione del sistema nervoso autonomo tramite la rivelazione della temperatura in alcune aree del volto (fronte, naso, zona perilabiale e mento) (1)

Esistono giá diversi articoli che hanno cercato di evidenziare il ruolo dell´ osteopatia nella modulazione del SNAutonomo. Infatti analizzandoli sembrerebbe che la pratica osteopatica porti:

Gli autori qui hanno deciso di analizzare tre parametri: temperatura aree del volto, variabilitá della frequenza cardiaca e attivitá elettrodermica della pelle (EDA). Aree di interesse anche della psicologia e del biofeedback !!!

Analizzeremo in particolare la temperatura: gli autori sono partiti dal presupposto che un aumento della temperatura nella regione periorbitale e una temperatura diminuita nella regione perilabiale e nasale sono sinonimi di una maggiore azione ortosimpatica (attacco-fuga: es. vediamo il capo reparto in ufficio e vogliamo fuggire dal posto di lavoro, maggior sudorazione, calo della temperatura, indigestione, diarrea, etc.), viceversa un aumento di temperatura nella regione nasale e perilabiale indica una maggiore azione parasimpatica (stabilizzazione delle funzioni digestive, ritmiche cardiache, respiratorie, regolarizzazione ritmo sonno-veglia etc.) (9 Iaonnou)

Anche la Galvanic Skin Response (GSR) é di grande aiuto: ci dice quante sono le gh. sudoripare attive (direttamente correlate con la risposta ortosimpatica). Appaiono come punti freddi nelle scansioni termiche. Si registra spesso una forte attivazione di tali ghiandole nelle aree del palmo della mano, nella zona mascellare, periorale e sulla punta del naso, i punti nei quali sudiamo maggiormente anche d`estate per intenderci, ma a differenza della risposta estiva che é determinata da un fattore fisico legato all`insopportabile afa ("Anto` fa caldo!"), qua parliamo di una risposta ortosimpatica, stressogena che comporterá un sudore freddo ed estremitá fredde. Dunque l`attivitá elttrodermica (elettrica della pelle) , misurata tramite la GSR, riflette la funzione sudomotoria (che aziona il sudore) ortosimpatica colinergica, quando viene alterata modifica la resistenza della pelle (pensate alle resistenze elettriche) e quindi altera la conduzione elettrica e rispecchia lo stato di eccitamento stressogeno del nostro organismo. Questa risposta puó anche essere indipendente dalla reazione vascolare.

Importantissimo: i pazineti analizzati nello studio non sono stati toccati sul cranio e in aree del volto!!! E allora vi chiederete: Come é aumentata la temperatura del volto senza nemmeno toccarlo? La risposta sta esattamente nel secondo punto elencato prima. Il trattamento é in grado di attivare quella risposta trofotropica parasimpaticotonica, la quale e´in grado, tra le altre cose, di aumentare la temperatura del volto.

Nelle analisi finali (multivariate) si sono riscontrati significativi aumenti della temperatura dei pazienti trattati nelle regioni del naso, periorali destra e sinistra e della fronte, non si sono riscontrati cambiamenti nella regione del mento. L´aumento di temperatura si é mantenuto nelle regioni del naso e nella zona periorale sia nella fase del trattamento/tocco, sia nella fase del post-tocco, cosa che non é successo per la fronte. Tutto ció risulta interessante se rapportato ai pazienti SHAM (quelli che hanno ricevuto un tocco dell`operatore non concentrato/attento sulle strutture indagate e non sono stati trattati in maniera specifica, ma solamente toccati con un tocco RANDOM). Infatti nei pazienti SHAM non si sono registrati aumento della temperatura nelle aree precedentemente citate.

In piú si é registrato un forte aumento della Galvanic Skin Response nei pazienti trattati rispetto a quelli che hanno subito il tocco SHAM, dimostrandoci, ancora una volta, la diminuzione dell` attivitá ortosimpatica.

Gli autori ci illuminano dicendoci che la zona periorale (zona ad alta cocentrazione di gh. sudoripare) rispecchia molto l´attivitá delle gh. sudoripare. Quando si abbassa la temperatura in questa zona significa una maggior azione ortosimpatica, quando invece si alza la temperatura e il volto diventa piú roseo abbiamo una forte risposta vagale/parasimpatica. "Ddie lu bindich, i luce la facc" (Dio lo benedica, gli splende il volto mi avrebbe detto la nonna... in dialetto abruzzese per indicare un volto roseo, paffuto e sano). In accordo anche con gli studi di Walchli (10) il trattamento manuale produce calore nelle aree trattate...e non solo quelle trattate direttamente possiamo dire oggi. In accordo anche con Nasamura e Kuraoka (11), la regione nasale é uno specchio importante dello stato di eccitamento del SNA e ci raccontano che se vasocostretto e freddo corrisonde ad una maggior att. ortosimpatica e se vasodilatato e caldo corrisponde ad una maggior att. parasimpatica (Anche se con un funzionamento diverso pensate al tartufo/naso nei gatti, riflette lo stato di salute del micio).

Insomma pazienti quando vi tocchiamo in altre aree del corpo non parliamo solo di correlazione causa-effetto, zona x che ha portato a problema y, ma parliamo di un sistema integrato, complesso, in grado di generare risposte neurologiche, vasomotorie, termiche e metaboliche anche a distanza.

Da oggi saprete meglio comprendere il messaggio del vostro corpo: "Ho sempre freddo alle mani, al volto e ai piedi" o anche "Sento il volto sudare freddo". Potrebbe esserci un disequilibrio del vostro sistema regolatore orto-parasimpatico, un`alterazione della conduzione elettrica della pelle, una alterazione della HRV.

Per i piú temerari...

Metodo dello studio: I partecipanti non hanno assunto terapie farmacologiche nelle 4 settimane precedenti, no alcol, caffeina e esercizi cardiovascolari nelle 24 h precedenti, ed erano ignari del trattamento osteopatico.
Sono stati presi in considerazione anche altri cambiamenti autonomici temporanei, come le mestruazioni (criterio di esclusione)
I partecipanti erano tutti tra i 18 e i 35 anni. La partecipazione era volontaria, non retribuita ed é stata condotta una sessione preliminare una settimana prima della vera sessione di studio, la quale prevedeva una temperatura stabile della stanza, la stessa umiditá e lo stesso orario della sessione preliminare e per ogni partecipante in modo da non inficiare lo studio.
Il trattamento é stato condotto in base alle disf. somatiche. Tutte le tecniche con contatto sul capo sono state escluse, sono state utilizzate tecniche membranose, cranio-sacrali (che non implicavano il contatto del cranio) e BLT.
Lo SHAM é stato un gentle touch in zone a random per non + di 3-4 min, con operatore che non portava l`attenzione sulla zona toccata.

Al baseline sono state somministrate 3 schede (test): questionario socio-demografico, lo state-trait anxiety inventor (STAI-Y1 e 2) di spielberger 1983 e l` edinburgh handedness inventory per investigare la predominanza neurologica (oldfield 1971; 12).

Dopo la sessione di trattamento sono stati somministrati altri due test : touch perception task di Guest 2011 piú una 5-point likert scale e l`amsterdam resting state questionnaire per riportare i feeling del trattamento.

Prima di testare la termoregolazione sono rimasti 20 min seduti su una sedia ad acclimatarsi (23 C e 50-60% di umiditá ) per poi essere scannerizzati da supini. Il tracciamento termico delle regioni indagate, avvenuto 60 cm sopra la zona, si muoveva insieme ai movimenti della faccia per tracciare anche le rotazioni spontanee o volontarie del volto della persona. Quando falliva il tracciamento si prendeva il valore medio, ovvero 6 samples prima e dopo il periodo di movimento eccessivo o, accidentalmente brusco, del capo.

La conduttanza della pelle (SCR) é stata misurata nella regione tenar e ipotenar della mano non dominante ( Ogorevc 2013; 13)

La HRV é stata misurata tramite un trasduttore di impulsi al dito indice, un elemento piezo-elettrico. Infatti é possibile estrarre la PRV (pulse rate variability) e utilizzarla come surrogato della HRV in una posizione di riposo (Shin 2016, 14).
Gli intervalli sono stati poi importati su un software kubios e sono stati divisi in analisi lineari (domini di frequenza e tempo) e non-lineari (aubert 2003; 14). I Parametri DFAalfa, presi in esame, invece, sono stati considerati un parametro altamente sensitivo dell`att. parasimpatica (kemp 2012; 15), capace di discriminare correlazioni a lungo-termine e la complessitá degli intervalli R-R (hardstone 2012; 16).

Limiti dello studio, evidenziati dagli autori stessi, possono essere:

Pregi dello studio: leggetevi i metodi e capterete un sacco di pregi, a partire dai questionari sottoposti fino alla scrupolosità e l' attenzione ai dettagli (temperatura, umidità etc.)

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