Non sapevo bene di cosa parlare in questo primo articolo di osteopatia nel blog, allora ho deciso di muovermi nella comfort zone, in ció che piú mi compete: l´osteopatia applicata alla sfera stomatognatica (mascellari, mandibola, lingua, articolazione temporo-mandibolare… funzione masticatoria e deglutitiva principalmente).
Ed un articolo italiano, molto recente, uscito nel maggio di quest`anno mi é corso in aiuto! (1)
Dovete considerare che i disordini temporo-mandibolari, dolori, spesso mattutini o durante i pasti, alla mandibola con irradiazione verso le tempie, associati a click, scroscii e cefalee temporali, costituiscono insieme alle cervicalgie, la condizione clinica muscolo-scheletrica piú riscontrata dopo la lombalgia (mal di schiena per i non addetti).
Ed effettivamente ne ritroviamo tantissimi anche in studio, anche chi effettivamente non si presenta per disordini temporo-mandibolari spesso ne ha avuti o tuttora ha degli episodi, anche solo sporadici.
Basti pensare che ognuno di noi quando ha a che fare con un nuovo compito (task), un nuovo lavoro o durante uno sforzo fisico o quando si trova in una situazione psicologicamente stressante attiva spesso ed involontariamente questi muscoli, aumentandone il tono e generando spesso delle asimmetrie di contrazione.
A proposito anche la clinica ci conferma che questi muscoli rispondono molto agli eventi stressogeni visto che anche gli approcci psicologici cognitivo-comportamentali si sono rilevati utili nel trattamento dei disordini temporo-mandibolari… Ma questa é un` altra storia. (2)
Sebbene altri studi abbiano giá evidenziato l`efficacia di trattamenti conservativi, come l `osteopatia, sui disordini temporo-mandibolari (3), gli autori, in questo studio (1), si sono concentrati nel valutare l` efficacia di un semplice trattamento di 30 min sul tono e la simmetria dei muscoli masticaori piú superficiali, fortemente coinvolti nei disordini temporo-mandibolari, per approfondire meglio gli effetti del trattamento osteopatico sulla fisiologia della mandibola e di questi specifici muscoli.
Il 40% degli individui trattati osteopaticamente (120 soggetti suddivisi in 3 gruppi: osteopatico, placebo e controllo) ha avuto risultati positivi sul tono, l`intensitá del lavoro (solitamente aumentata oltre il 115% in chi bruxa) e la simmetria di attivazione dei muscoli masticatori presi in esame (in questo caso fasci anteriori del temporale e massetere) tramite elettromiografia di superficie (esame utile a valutare l`attivitá dei muscoli e dei nervi periferici).
Ma non solo... negli altri 2 gruppi, i pazienti non trattati, hanno avuto un leggero peggioramento.
Sicuramente il risultato piú netto é stato riscontrato nel miglioramento della simmetria di contrazione dei muscoli temporale, rispetto ai muscoli massetere. Questo dato, giá molto promettente, potrebbe potenzialmente incrementare sopra il 40% se si aumentassero le sedute (in questo studio si é effetttuato un solo trattamento) o se si individuallizzassero (approci terapeutici piú mirati) o combinando gli approcci (es. osteopatia (3) + psicoterapia (2) + approccio conservativo odontoiatrico).
Ad ogni modo entrambi i gruppi muscolari studiati sono fortemente coinvolti in chi serra e in chi bruxa, atteggiamenti fisiopatologici che portano ai disordini temporo-mandibolari, all`erosione delle cuspidi, all` artrosi stessa dell`articolazione etc., ma che sono anche connessi con altre problematiche sistemiche quali cefalee (4)
alterazioni in ambito posturale (5-6-7), cerviacalgie (8), fibromialgia (9) etc.
Parentesi: dopo questa premessa non stupitevi quando un osteopata inizierá a trattarvi la muscolatura coinvolta nella masticazione quando vi presenterete con dolori cervicali, cefalee (mal di testa) etc.
Tutto ció apre ancor di piú scenari di collaborazione fra figure come gli osteopati, gli odontoiatri, gli gnatologi, gli ortodonzisti e i chirurghi maxillo-faciale. Anche in una fase di pre-intervento odontoiatrico, facilitando e preparando i tessuti muscolari o in una fase post-odontoiatrica, rilassando le strutture muscolari stressate durante il lavoro.
Nelle parti interessanti dello studio rientra sicuramente il fatto che sono state prese in considerazione persone sane dal punto di vista stomatognatico, fra i 19 e i 62 anni, che non hanno:
E questo mi fa pensare: chissá quali risultati si potrebbero ottenere con persone che manifestano sintomi, c`é un ottimo potenziale!
Sono state eseguite esaminazioni preliminari ortodontiche e gnatologiche e 4 tipi differenti di valutazione (test) con gli elettrodi posizionati sui nostri muscoletti masticatori.
Interessanti le valutazioni che hanno permesso, tramite l`elettromiografia, di valutare i parametri torsivi (attivazione di muscoli controlaterali: es. massetere dx con temporale sx) e il baricentro (quanto l`occlusione é spostata in avanti e quanto indietro) e ancor piú interessante é stato il netto divario nei risultati fra l`approccio osteopatico e il gruppo che ha ricevuto un trattamento placebo, problematica che spesso si é riscontrata in studi osteopatici passati.
Andando nel concreto dello studio, si é utilizzo un validissimo approccio misto: 3 tecniche standardizzate e dirette sui muscoli masticatori e 3 tecniche individuali (black box: casuali in base ai risultati della valutazione osteopatica del paziente), cosí operando non si perde la specificitá osteopatica e l`approccio paziente-centrico e al contempo si usa ció che attualmente risulta piú efficace per quel tipo di manifestazione clinica.
Punto di forza/debolezza: l`utilizzo di una tecnica diretta sugli pterigoidei, da un lato comprensibile perché sappiamo che da un punto di vista clinico e neuro-fisiologico sono strettamente connessi all`attivitá dei muscoli massetere e temporale, d`altro canto meno comprensibile perché le valutazioni elettromiografiche sono state condotte esclusivamente su masseteri e temporali.
Limiti dello studio e spunti di riflessione per studi futuri: forse i maggiori limiti sono la mancanza di un follow-up e la somministrazione di un solo trattamento, probabilmente piú trattamenti potrebbero portare, a partire da questi soddisfacienti risultati, ad un miglioramento ancor piú significativo. Anche includere nei risultati i parametri gnatologici
esaminati ad inizio studio, come l` estensione dell`apertura buccale volontaria e l`esclusione dei pazienti potrebbero arricchire lo studio. Molti dei limiti sono giá stati evidenziati dagli autori stessi, quindi buon lavoro
Riferimenti bibliografici